In foto Alessandro Forzan, allenatore della Nembrese
Quattro punti raccolti in quattro giornate di campionato, questo l'incoraggiante ruolino di marcia della Nembrese, formazione guidata da Alessandro Forzan e alla sua prima esperienza nella categoria dei Regionali A. Un bottino frutto della vittoria sul Cellatica e del pareggio con la Verolese, due risultati intervallati dalle sconfitte subite contro due squadre più navigate come Trevigliese e Darfo Boario.
Come ha vissuto la squadra l'impatto con la categoria?
«Abbiamo perso due partite contro squadre forti, abituate a giocare in questa categoria, e la differenza rispetto a noi penso che si è vista. Reputo di avere a disposizione un buon gruppo e che la categoria sia nelle nostre corde. Stavamo lavorando bene per colmare il gap con gli avversari rispetto ai quali ci mancano ritmo ed intensità. La cosa in cui dobbiamo migliorare maggiormente è di certo l'atteggiamento durante gli allenamenti, bisogna riuscire a dare sempre il 100% perché sono lo specchio di quel che accade durante la partita. I ragazzi devono acquisire un buon metodo di lavoro che gli permetta di crescere, perché poi è proprio questo a fare la differenza una volta approdati in una prima squadra. La Nembrese ambisce a diventare una sorta di cantera bergamasca, per cui i ragazzi più pronti dell'anno scorso sono andati in altre società o nella nostra prima squadra che per ora milita in seconda categoria. La società ha costruito una squadra molto giovane la cui età media è ventidue anni e ambisce a continuare a crescere e salire di categoria se è possibile, il tutto con ragazzi provenienti dal nostro settore giovanile».
Cosa state facendo per allenarvi in questo periodo?
«Abbiamo fatto per i ragazzi un allenamento settimanale per il mantenimento fisico, consiste in quattro allenamenti a settimana della durata di quarantacinque minuti abbastanza intensi. Poi ovviamente sta ai ragazzi, tornando sulla questione dell'approccio chi vuole emergere può cogliere questo stop per migliorare il suo stato di forma in maniera impostante, ma sono ragazzi e ci si rende conto da sé che non è così scontato. Ovviamente spero di poter tornare ad allenare al campo da dicembre, anche perché questi ragazzi sono già stati fermi sei mesi l'anno scorso, perdere anche quest'anno per loro sarebbe devastante essendo il periodo nel quale apprendono di più e hanno l'occasione di fare un salto di qualità importante a livello fisico se stimolato nel modo corretto. La mia preoccupazione va anche nei confronti dei bambini di otto o nove anni come mia figlia, ragazzi abituati a fare sport tre - quattro volte a settimana e ora passano le loro giornate sul divano, per loro il danno è ancora maggiore. Poi noi come Nembrese, ma penso anche altre società, abbiamo un centro sportivo grandissimo e seguiamo scrupolosamente tutte le norme di sicurezza, per esempio fino a ché ci siamo allenati al momento dell'ingresso in spogliatoio trovavamo tutto già igienizzato dalla squadra che si allenava dopo di noi».
Qual è la sua opinione riguardo la ripresa dei campionati a gennaio?
«Essendo un calciatore io giocherei sempre e comunque, una delle poche decisioni con cui mi sono trovato d'accordo con la Lega Dilettanti è quella di ricominciare a gennaio, però penso anche che bisogna giocare sia andata che ritorno e piuttosto non fare tutti i tornei estivi».
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